Vorresti che fossi sorda?
Quando sei nata, all’ospedale, ti hanno fatto lo screening audiologico. Te ne stavi li con il tuo dolce faccino, mentre ti attaccavano elettrodi dappertutto. Io … pregavo che fossi sorda.
Dialogo tratto dal film
Buon inizio direi… anche se in realtà non è l’inizio del film, ma da questa frase possiamo iniziare a parlare di questo film, che per qualche strana ragione (ancora sconosciuta), è nominato a ben due Golden Globe: “Miglior Film Drammatico” e “Miglior attore non protagonista” per Troy Kotsur (il padre).
Siamo in America in una cittadina di pescatori, tutta la famiglia di Ruby è sordomuta tranne lei, la protagonista del nostro film (“nostro film” solo perchè è nominato ai Golden, sennò non mi sarei mai sforzato di guardarlo).
Iniziamo a conoscere la famiglia:
Ruby si sveglia alle 3 di mattina, seguiamo lei e la sua famiglia in mare per una mattinata di pesca, poi andiamo a scuola con lei che si addormenta sul banco, puzza di pesce, viene bullizzata sia dai compagni che dall’insegnante di coro (che in realtà insulta tutti in generale).
Ruby torna a casa e piange.
Beh, direte voi, storia avvincente. No infatti … e la cosa magica è che la storia non evolve per nulla durante tutti gli interminabili 111 minuti (devo ammettere che gli ultimi 15 minuti li ho guardati a 1.5 di velocità perché non ce la facevo più).
Questo sarebbe davvero un film perfetto per Disney Channel:
Abbiamo la ragazzina bullizzata a scuola, che avrà una storiella d’amore con il figo della scuola, la ragazza ha il sogno di cantare che però non può inseguire perché deve lavorare nella ditta di famiglia, avremo il conflitto in famiglia, poi il conflitto con l’insegnante, e alla fine (spoiler) tutti diventano gentili e la fanno partire per il suo sogno e viene ammessa alla scuola di canto migliore d’America.
Davvero non saprei cosa dire di questo film, trattare una tematica cosi profonda, in maniera cosi superficiale è davvero un peccato. Un film che aveva lasciato a bocca aperta parlando della stessa complessa realtà, era Sound of Metal di Darius Marder. Quello si che era un film che ti faceva immergere, che ti faceva soffrire, che ti sbatteva davvero in faccia la realtà cruda dell’essere sordi.
Tornando al film con 2 nomination di quest’anno, vorrei concludere con un altra citazione, o meglio descrizione di una scena, scena finale che da una boccata d’aria al tutto.
I due fidanzatini sono sulla scogliera dove si sono dati il primo bacio, si salutano li per l’ultima volta prima che la ragazza parta per Boston. Lei gli chiede “Verrai a Boston a trovarmi?” e lui “Non lo so … Forse scapperai via con un violoncellista che porta il borsalino” e lei di rimando “si, probabilmente”. Si baciano e si tuffano. Fine della scena. WOW, e ancora una volta rimango affascinato dalla poesia di questo film.