Si ritorna sul pianeta Arrakis: dopo 37 anni dal film di David Lynch, Dune torna al cinema. Il libro che ha fatto sognare tantissimi registi è finito nelle mani di Denis Villeneuve, che da qualche anno sta prendendo piede nel genere fantascientifico, e lo sta facendo molto bene.
Dopo la prova molto difficile nel fare il sequel di Blade Runner (per me, superata in pieno!), Villeneuve si cimenta in questa guerra galattica tra le casate Harkonnen e Atreides. Affiancato da un cast stellare (Timothée Chalamet, Zendaya, Oscar Isaac, Jason Momoa, Javier Bardem, e molti altri) ci presenta un film diverso da quello che tutti si aspettavano, ma per buone ragioni.
Come già si sapeva, in realtà il titolo non è Dune, bensì Dune: Part One, e ricopre unicamente la prima metà del primo libro della saga di Frank Herbert. Insomma, tutti siamo entrati al cinema pieni di speranze trovandoci di fronte un cast pazzesco, un regista che fa miracoli e la colonna sonora spaccatimpani di Hans Zimmer. Personalmente, devo dire che le aspettative che avevo sono state raggiunte. Ovviamente rimane sempre un po’ l’amaro in bocca di non avere un vero finale e non vedere nessuna mega battaglia epica, ma era abbastanza ovvio essendo solo la prima metà del libro.
Il film è quindi abbastanza lento (per essere un blockbuster di questa portata) e si concentra molto a raccontare l’universo in cui è ambientato piuttosto che passare alla solita azione insensata tipica dei film di questo genere. Siccome nel libro da cui è tratto i dettagli sono moltissimi, è praticamente impossibile capire tutto in una sola visione. È abbastanza chiaro che Villeneuve si è concentrato su alcuni argomenti sviluppandoli di più, e lasciandone altri un po’ così a vuoto. Per esempio spiega abbastanza bene cosa rappresenta l’ordine delle Bene Gesserit, ma lascia completamente in disparte cosa sia un Mentat. In poche parole, guardare il film è esattamente come leggere il libro senza andare a vedere le definizioni delle parole inventate da Herbert. È chiaramente un peccato, ma siccome quell’universo è così grande e complesso era impossibile fare meglio di come ha fatto Villeneuve.
I fan del libro possono stare tranquilli: ci sono veramente poche scene aggiunte o modificate, il resto è tale e uguale. Guardando le scene che passano ti rendi quasi conto a che capitolo sei in quel momento e quale scena ci sarà dopo: una ricostruzione fatta veramente bene in ogni dettaglio. Siccome è solo la prima metà del libro, il film non passa ancora moltissimo tempo nel deserto di Arrakis, ma quel poco che si vede ce lo mostra in tutto il suo splendore, trovando anche uno stratagemma per filmare la spezia. Proviamo veramente la sensazione di essere lì con loro, proprio come la si prova leggendo il romanzo.
Non c’è molto da dire per quanto riguarda gli attori. Tutti bravissimi ed azzeccati nei ruoli (non vedo l’ora che Dave Bautista torni nei panni di Rabban), in particolare mi è piaciuto un sacco Stellan Skarsgaard che interpreta il Barone Harkonnen. In una tuta che lo rende enorme, completamente pelato e in molte scene uguale a Marlon Brando in Apocalypse Now (quando fa il bagno nel fango è chiaramente un richiamo a lui) rende un personaggio che non avevo particolarmente amato nel libro molto più interessante di com’era su carta.
Non posso non nominare anche la colonna sonora fuori di testa del grandissimo Hans Zimmer. Non so cosa si sia fumato stavolta, ma ha veramente tirato fuori un capolavoro. Al cinema, le sue canzoni ti tiravano dentro con la forza nell’ambiente del film con tamburi e urla in lingue che ancora non ho capito quali sono. In molti dicono che ha un po’ esagerato, io gli dico grande Hans continua così.
Ovviamente, Dune: Part Two è già in produzione, con gran parte del cast già in sella e Villeneuve alle redini. Il regista ha veramente confermato di essere capace a fare tutto, persino di portare al cinema il più agognato libro di tantissimi registi, e con un ottimo risultato. Non ci resta che aspettare il 2023 per vedere cosa combinerà, e soprattutto se Hans Zimmer ha ancora un po’ di quella roba buona.