Dopo 10 anni dall’ultimo film da (quasi) l’omonimo titolo, finalmente la saga Evil Dead continua! Non vi nascondo che le mie aspettative per questo nuovo capitolo erano altissime, fin troppo alte, ed ero prontissimo a vedere teste decapitate e fiotti di sangue. Dimentichiamo la casa abbandonata nel bosco, il male stavolta ci segue in piena città, nei tranquilli appartamenti di un condominio della periferia di Los Angeles. Beth va a sorpresa a trovare sua sorella Ellie e i suoi tre figli, Cassie, Bridget e Jake. Durante la notte c’è una violenta scossa di terremoto; le scale del palazzo sono inutilizzabili, l’ascensore è distrutto. Nel caos, Jake trova un antico libro nascosto e dei dischi… Non tarderà ad ascoltare ciò che è inciso e a rilasciare il male che prenderà possesso della madre, e non avrà pace finche tutti in quel palazzo non saranno morti.
Che viaggio! I personaggi ti accompagnano piano piano in questa trama che ha un climax impressionante. Lo spettatore ovviamente non vede l’ora di vedere sangue dappertutto, e il film lo sa bene, e prima di arrivarci vuole mettere delle fondamenta salde che serviranno per far diventare il tutto più caotico. Tanti piccoli dettagli messi in punti specifici che torneranno prontamente per aiutare (o mettere in difficoltà) la nostra eroina. Esatto, eroina, dimenticate anche Ash Williams, lui ormai è ufficialmente fuori dalla saga dopo la serie Ash vs. Evil Dead. Rimaniamo quindi con la final girl Beth, una rocker self made che cerca il successo in giro per il mondo, invano. Il forte legame con la sorella la riporta nella città natale, in mezzo a tutto questo casino.
Il punto forte di questo film è di sicuro Ellie, la sorella di Beth e madre dei tre ragazzini. È uno dei mostri del cinema più convincenti e paurosi migliori degli ultimi anni, niente a che fare con M3gan o Annabelle. Basta un solo sguardo in quegli occhi vitrei e iniettati di sangue per sentire un brividino lungo la schiena. Soprattutto nella scena attraverso lo spioncino della porta, che trovo già iconica (la potete vedere nel trailer). In più, resta il fatto che Ellie, impadronita dal male, vuole massacrare i suoi figli, di cui due adolescenti e una avrà più o meno 6 anni. Posso solo immaginare i traumi che sta avendo quella bambina attrice (è il suo primo film!).
Si parla molto di figura materna in questo film, ovviamente attraverso la pazzia di Ellie, in cui lei spesso dice quello che pensa veramente sia dei figli che della sorella, lasciando intendere che, pur di avere un buon legame con tutti e farli crescere al meglio, ha nascosto anche le delusioni più grandi. Ma non solo, ad inizio film Ellie e Beth parlano spesso di come la loro madre sia stata completamente inadatta a questo difficile ruolo, e in più Beth ha scoperto da poco di essere incinta, e toccherà pure a lei diventare mamma. Ne sarà veramente in grado? I dubbi la attanagliano sin dal primo test positivo che ha fatto, e sarà questa lotta alla sopravvivenza a farle riscoprire l’importante legame con la famiglia e il valore di una vita.
Il regista Lee Cronin è talmente sconosciuto da non avere una pagina Wikipedia, non ha fatto nessun film degno di nota prima di prendere in mano questa saga. Apertamente fan della trilogia originale, ha deciso di ambientare questo film proprio durante la timeline degli originali, tenendo anche il remake del 2013 come canone della saga. I movimenti di macchina sono incredibili, riesce a nascondere piccoli dettagli negli angoli di ogni inquadratura, che se riesci a vedere ti inquietano ancora di più. Gioca molto spesso con la messa a fuoco, dividendo a metà un inquadratura con due messe a fuoco per prendere da una parte l’aggressione del mostro e dall’altra la vulnerabilità dei ragazzi.
Tutto fin qui sembra bello vero? Ma a fine proiezione, nonostante lo splatter e la distruzione, sentivo che mancava qualcosa. Cosa rende questo film veramente parte dell’universo Evil Dead? Potrebbe aver avuto un titolo qualsiasi e avrebbe funzionato lo stesso. L’unico collegamento con il resto della saga è un libro, che risulta essere il terzo Necronomicon, diverso da quello trovato da Ash e pure diverso da quello del remake. Gli viene data ben poca importanza, con qualche frasetta per cercare di spiegare come mai si trova lì, nulla di troppo rivelatorio. Qualche informazione in più avrebbe di sicuro legato meglio il film alla lore originale e forse anche convinto di più i fan sfegatati. Ovviamente anche lo stile registico è completamente diverso, ma ormai capita spesso quando una saga passa di mano in mano nell’arco di 40 anni.
Quindi è si un film che soddisfa, ma lascia comunque l’amaro in bocca. Il grande successo (per un film di questo tipo) fa sperare alla rinascita di questa saga, che ha ben tanto da dare! Mentre aspetto Evil Dead Rise Again vi invito ad andare al cinema, e fate attenzione alle grattugie!