Il film più discusso dell’anno finalmente arriva sull’Hateful Blog. E c’è veramente tanto di cui parlare. È dal 2016, con Swiss Army Man, che i Daniels non tornavano sul grande schermo, e questa attesa è valsa ogni minuto. La protagonista è Evelyn, una donna cinese che si è trasferita da anni in America con suo marito Waymond e sua figlia Joy. Hanno una lavanderia a gettoni che, tra il caos generale, Evelyn fa il possibile per tirare avanti. È il momento di fare le tasse ma, una volta arrivati dalla responsabile (una grandissima Jaime Lee Curtis), succede qualcosa: Waymond cambia completamente, come posseduto, e dice a Evelyn che lei è l’unica che può salvare tutti gli universi dal cattivissimo Jobu Tupaki, un personaggio con il potere di vivere tutti gli universi contemporaneamente e di controllarli.
Non so nemmeno da dove iniziare per raccontare questo film. Cercherò di dire il meno possibile perché vi consiglio vivamente di correre a vederlo! È da anni che non si vedono film che rinnovano qualcosa, e appena ti ritrovi un film come questo rimani a bocca aperta. Ci sono tantissime idee che, a mano a mano che vai avanti, vengono raccontate e usate, una dopo l’altra, aumentando la difficoltà e la profondità di quello che già sta succedendo. A volte mi domando come alcune persone riescano ad arrivare a certe idee. Beh, in questo film ne è pieno. E personalmente adoro quando un film è guidato da una piccola idea che viene sfruttata al 100%.
Provo ad andare per ordine. Alla base del film ci sono più o meno 3 cose: il rapporto difficile di una madre con la figlia, le scelte che si fanno nella vita e il nichilismo.
Evelyn e Joy non vanno d’accordo. La madre fa il possibile per mandare avanti la baracca, mentre Joy fa il possibile per vivere una vita normale con la sua ragazza. La madre nasconde persino la sua omosessualità al nonno. Le due, semplicemente, non si capiscono, sono troppo distanti e non riescono in nessun modo ad avvicinarsi.
Evelyn scopre l’esistenza di milioni di universi differenti, in cui anche una minuscola scelta cambia il percorso di una vita intera. Tutto viene messo in discussione. Il passato, il futuro, le scelte fatte, le conseguenze avute, il senso di continuare a vivere in un posto in cui non si è veramente felici.
Il Jobu Tupaki è un essere onnipresente, vive contemporaneamente in tutti gli universi ed è capace di cambiare gli oggetti a suo piacimento da un universo all’altro. Nella sua vita con tutto, cerca un senso. Decide di prendere tutto e metterlo in un unico posto. Crea così il Bagel, una sorta di ciambella, che contiene tutto. Diventa però un buco nero che piano piano risucchia ogni cosa.
Questo è il contesto generale in cui si muove la storia: Evelyn viaggia mentalmente da un universo all’altro, prendendo nuove conoscenze e vivendo nuove vite, così da diventare abbastanza forte per sconfiggere il Jobu Tupaki. Si troverà di fronte a mille vite, completamente diverse da quella che sta vivendo, solo per qualche piccolo dettaglio diverso. Perché continuare? Perché non restare in un universo in cui sono ricco e faccio una bella vita?
In un certo senso, il film esplora in una maniera molto complessa il senso della vita. Il modo in cui accettiamo determinate cose solo perché viviamo e dobbiamo continuare a vivere, senza che nessuno ci obblighi. (Da qui un po’ di spoiler). Il Jobu Tupaki, da essere onnipresente, non riesce più a vivere in questo modo. Non vede più un senso perché ha letteralmente visto tutto, e ha pure creato tutto grazie al Bagel. Ma com’è possibile che una ciambella, che ha per definizione un buco al suo interno, contenere tutto se il centro è vuoto? Eppure è proprio lei che contiene letteralmente tutto. Ed è proprio questo essere a rappresentare il nichilismo: aver vissuto ed aver visto così tanto da non voler più vivere, avendo perso il senso maggiore della vita.
Evelyn è l’esatto opposto, ed è grazie al marito Waymond che lo capisce. Il marito è un personaggio molto importante, sempre gentile e comprensivo nei confronti della moglie, nonostante lui abbia chiesto il divorzio. È la sua voglia di vivere che dà forza a Evelyn e cambia il modo di lottare il Jobu Tupaki. È molto difficile da spiegare il concetto di questo film, andrebbe visto e goduto sotto ogni dettaglio.
Ma non c’è solo drammaticità, è anche una bella commedia, se mai lo vedrete preparatevi a conoscere Racacoonie, personaggio di cui spero faranno un film.
Questa recensione può essere un po’ incasinata e da tutte le parti, me ne rendo conto, ma sto ancora lentamente elaborando tutto quello che questo film vuole dirci. Se non vi piace, spero troviate qualche universo in cui ho scritto una recensione migliore.
Volete godervi questo film al cinema? Siete fortunati! Sarà presentato al festival di Neuchâtel! Vi lascio il link qui.