Il buco

Frammartino ci porta nelle profondità dell’Abisso di Bifurto, nel bel mezzo della Calabria. In questo misto documentario fiction, vediamo gli speleologi del Nord che nel 1961 si sono recati là per scoprire questo nuovo luogo che ai tempi fu il più profondo d’Italia. Il loro obiettivo: trovare il fondo e farne una mappa.

Da spettatore ignorante, non ho la più pallida idea di come abbiano girato questo film. Sono veramente scesi nell’Abisso? O è tutto una ricostruzione? È questo il livello di dettagli nel film che ti fanno dubitare che sia una fiction (ovviamente, a parte il fatto che è ambientato nel ’61). Si inizia con gli speleologi che arrivano sul luogo, costruiscono il loro campo e finalmente inizia la scarpinata. Scendiamo con loro in questi cunicoli strettissimi e bui che danno tutto il senso di claustrofobia presente nella realtà. Se sono effettivamente entrati nell’Abisso con le telecamere, tanto di cappello.

Il film, così come l’impresa, è molto interessante e devo dire che la prima metà del film mi ha tenuto incollato allo schermo. Ma ha anche molti difetti. Il film non è parlato, non sentiamo mai i discorsi degli speleologi (magari solo qualcuno, ma non sono mai in primo piano, unicamente in sottofondo). Da un lato, tutta la concentrazione dello spettatore va ai paesaggi e agli eventi, non guardiamo nemmeno di striscio i personaggi siccome sono cose secondarie che noi seguiamo soltanto per arrivare in un altro luogo da scoprire e guardare di nuovo. Dall’altro lato, rende il tutto un po’ più pesante, siccome dopo metà film le cose che vediamo si ripetono: il campo degli speleologi, le colline lì intorno con le mucche, e le caverne infinite dell’Abisso che, diciamolo, sono tutte uguali. Quindi a metà film hai praticamente visto tutto il film. L’unica cosa che vedi di nuovo è la creazione della mappa a mano a mano che loro scendono (anche molto interessante ma si vede raramente nel film).

Scelta interessante e in parte vincente quella di fare un film senza dialoghi mettendo come protagonista l’Abisso in sé, ma rende un film che poteva essere ancora più interessante solo più pesante. Era comunque la mia unica proiezione in Sala Grande e ringrazio che le sedie sono molto comode e il silenzio del film ha permesso un ottimo riposino.

Pubblicità

Rispondi

Inserisci i tuoi dati qui sotto o clicca su un'icona per effettuare l'accesso:

Logo di WordPress.com

Stai commentando usando il tuo account WordPress.com. Chiudi sessione /  Modifica )

Foto Twitter

Stai commentando usando il tuo account Twitter. Chiudi sessione /  Modifica )

Foto di Facebook

Stai commentando usando il tuo account Facebook. Chiudi sessione /  Modifica )

Connessione a %s...