Pieces of a woman

La prima scena di questo film mette i brividi. Un piano sequenza di 15/20 minuti che ci accompagna nella nascita e nella morte della figlia di Martha e Sean. Dall’inizio delle contrazioni, all’arrivo dell’ostetrica, l’arrivo della vita seguita, dopo pochi minuti, dalla morte della piccola.

Una sequenza che fa capire subito che non si sta guardando un film leggero, anzi, ti rimane dentro anche dopo giorni dalla visione. Dopo la morte prematura della figlia, noi seguiamo Martha (e in parte anche Sean) che cercano di rimettere insieme la propria vita dopo questo terribile evento. I problemi si ingigantiscono con l’arrivo della mamma di Martha che vuole prendere la situazione in mano, vedendo la coppia inerme agli eventi, facendo causa all’ostetrica e accusandola di non essere stata in grado di gestire il parto.

Il personaggio di Martha è spettacolare, non solo nell’interpretazione di Vanessa Kirby che le è valsa la Coppa Volpi di quest’edizione della Mostra di Venezia, ma soprattutto nella psicologia. Ogni azione e ragionamento di Martha sono delle conseguenze dirette a ciò che le è capitato e di ciò che gli altri le fanno fare per farla stare bene. Molto spesso altre persone, amici e familiari, impongono a Martha determinate cose obbligandola a farla sentire meglio, senza che lei possa seguire il suo percorso di guarigione. E qui devo fare uno spoiler perché devo raccontare una cosa che ho trovato bellissima del film. In molte scene vediamo Martha annusare, mangiare e addirittura piantare delle mele. Sul momento non si capisce esattamente il perché e si pensa quasi che è sull’orlo di diventare pazza sostituendo il frutto e facendolo crescere in sostituzione della figlia. Ebbene, alla fine, in un momento di sclero, si scopre che nell’unico momento in cui è riuscita a tenere in braccio la figlia ha sentito odore di mela. E questo diventa quindi l’unico contatto che rimane tra madre e figlia, un odore. Inutile dire che sono corse molte lacrime in questa proiezione.

È molto interessante anche il personaggio della madre di Martha (interpretata da Ellen Burstin, conosciuta per Requiem for a dream). Ovviamente l’istinto materno la fa da padrone, e anche il fatto che lei non va d’accordo con Sean. Arriva e fa subito capire che vuole proteggere la figlia da tutto quello che potrebbe capitarle, iniziando con il trovare giustizia per un evento la cui colpa non è di nessuno. Una scena bellissima è anche quella in tribunale, dove Martha si libera finalmente di questa falsa accusa e fa cadere tutta la faccenda, essendo lì solamente su obbligo della madre. Inoltre, la madre peggiore inavvertitamente le cose tra la coppia (spoiler), portando la cugina di Martha come avvocato del caso, che avrà poi una storia con Sean. Insomma, il classico esempio di una persona disposta a tutto per fare del bene ma che si ritrova solamente a peggiorare di molto una situazione già precaria.

Non è sicuramente un film facile, è molto forte e diretto, senza lasciare nulla al caso. Felicissimo per la Coppa Volpi a Vanessa Kirby, peccato non sia stato riconosciuto con nessun premio Oscar. Se volete recuperarlo lo trovate su Netflix.

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