Il film è ambientato a Ostia nel 1995, i protagonisti sono due ragazzi, Vittorio e Cesare, amici di lunga data che vivono nella malavita del paese. Cesare ha una vita molto difficile: la sorella è morta di AIDS, prima di partorire sua figlia, anche lei malata. Lui cerca di fare il possibile per portare a casa un po’ di soldi per aiutare sua mamma e la sua nipotina, ma il giro della droga è difficile e non aiuta nessuno. Vittorio invece, dopo aver conosciuto una nuova ragazza, Linda, è deciso a cambiare il suo stile di vita, abbandonare tutto e tutti per stare con lei, avere un lavoro e una vita pulita. È veramente così facile lascarsi alle spalle una vita intera? Ma, soprattutto, è così facile abbandonare un amico nella sua difficile situazione?
Il film tocca degli argomenti molto interessanti ed è girato veramente bene: le riprese sono molto curate, così come la colonna sonora. Mi è piaciuta la cura di alcuni dettagli nella fotografia, come la scena finale, quando Vittorio muore e si vede lui steso sul divano e dietro di lui una parete con un tramonto su un’isola in mezzo al mare, una scena bellissima. Le personalità dei personaggi sono descritte molto bene, con tutte le cotraddizioni dell’essere umano; gli attori sono stati veramente bravi.
Questo film potrebbe rientrare nel genere dei “gangster”, in modo diverso però, all’inizio in modo quasi ironico. I protagonisti infatti non sono i soliti signori della droga che controllano tutto e tutti, ma sono solo un gruppetto di spacciatori che viene ridicolizzato in ogni momento: non vengono fatti entrare in discoteca, non riescono a rapinare un negozietto, non sanno dove andare a vendere le pillole.
Questo gruppo potrebbe rappresentare un “nuovo” tipo di “gangster”: non riescono a raggiungere il loro scopo per colpa della droga, sono sempre fatti e di conseguenza non combinano niente, sono vittime del loro stesso commercio.
Nella seconda parte del film, l’ironia viene coperta dalla drammaticità: Vittorio fa il possibile per rendere felice la sua nuova famiglia e tutto cambia quando decide di lasciare lo spaccio e lavorare come operaio. Cesare rimane solo e cerca sostegno nell’amico che lo porta con lui al cantiere dove lavora, ma lui non perde le sue abitudini e truffa anche il capo di Vittorio mettendo a rischio il suo posto di lavoro. La storia diventa più profonda e mischia le difficoltà delle dipendenze: Cesare è sempre vissuto in questo mondo e non ne uscirà mai, Vittorio ha una nuova speranza, Linda, ma l’amicizia di Cesare lo fa ricadere nella droga nel momento più difficle per l’amico, quando muore la nipotina.
Tutti questi elementi danno una svolta alla storia: non si parla più di gangster che spacciano per la città, ma di due ragazzi che cercano di vivere una vita migliore. La dipendenza cambia, non è più legata alla droga, ma ai soldi. Tutti vogliono più soldi per poter vivere meglio, nonostante abbiano già più quello che avevano all’inizio del film. Il cambiamento dei personaggi è nettamente negativo: all’inizio sono felici per ogni cosa, ridono e scherzano sui miseri eventi che hanno passato. Quando finalmente trovano un lavoro, una famiglia e una casa, chiedono sempre di più, esattamente come prima facevano con la droga.
Il finale rivela una critica non allo spaccio, bensì alla società moderna, sempre in cerca di qualcosa in più.