LOLA

1939. Due sorelle orfane, Thomasine e Martha vivono da sole in una villa isolata. Appassionate di onde radio e onde magnetiche, trovano un modo per intercettare comunicazioni dal futuro. Costruiscono così LOLA, una macchina in grado di mostrare le comunicazioni radio dal futuro. Scoprono quindi Bob Dylan, Woodstock, David Bowie, l’allunaggio, persino Stanley Kubrick, ben prima che il resto del mondo avesse una minima idea di quello che gli aspettasse, soprattutto dopo l’arrivo della guerra. Thomasine e Martha usano LOLA per intercettare i bollettini di guerra delle settimane che seguono, così da salvare migliaia di vite dai bombardamenti. Ma l’esercito inglese le scopre, ed è molto interessato alle potenzialità di LOLA come arma per finire la guerra.

Un concetto molto interessante, sfruttato ancora di più dal genere del film. Infatti è tutto un mockumentary, cioè una sorta di finto documentario. All’inizio viene scritto che il film è stato trovato abbandonato in uno studio, ed è di per sé una raccolta di scene che raccontano la storia delle due sorelle e di LOLA. Ovviamente tutto in 4:3 e in bianco e nero visto che è un film del ’39.

Escono spunti molto interessanti dalla storia, partendo con il più ovvio: bisogna usare LOLA solo per divertirsi o per aiutare il mondo? Le due sorelle scoprono letteralmente una cultura nuova e completamente diversa da quella che stanno vivendo nella loro villa abbandonata, cantando Bob Dylan e ballando David Bowie. Sono già figlie di un tempo che ancora non esiste, e vedono oltre gli orrori che stanno succedendo fuori dalla loro porta. Ma vedere migliaia di innocenti morire quando hai un enorme potere nelle tue mani non è così semplice. Nasce così L’Angelo di Portobello, cioè Martha che avvisa, attraverso onde radio, tutti i bombardamenti delle città. Per farla breve, in poco tempo iniziano a collaborare con l’esercito inglese e riescono a sconfiggere l’aeronautica tedesca. Ma succede qualcosa: la voglia di ballare sale e anche quella di sentire David Bowie, ma lui non esiste più. Al suo posto, un chitarrista quasi da chiesa. Vittime dell’effetto farfalla, le sorelle devono decidere se salvare un futuro a cui solo loro sono affezionate, oppure salvare le vite nel pericolo del presente.

La bellezza del film sta probabilmente nella semplicità con cui è raccontato. L’idea di fare un mockumentary è geniale e fa passare le emozioni molto più facilmente di un semplice racconto. Vediamo le due sorelle vivere il futuro (che per noi è il passato) in un momento in cui nessuno vorrebbe vivere il presente. Mentre fuori esplodono le bombe, nella loro villa risuona Life on Mars a tutto volume: non solo la cultura diversa, ma anche una prova che quell’orrore presto o tardi finirà. Ma allora perché aiutare l’esercito se già sappiamo che la guerra avrà fine? Perché deve vincere la morale quando c’è la dimostrazione concreta che si vivrà liberi dalle oppressioni?

Ovviamente tutti gli aiuti che LOLA dà vengono poi vanificati nella sconfitta dell’Inghilterra, cambiando radicalmente il futuro che le ragazze hanno visto. La morale ha vinto, delle vite sono salve, ma a che costo?

Raccontato con leggerezza, è un film che rimane molto dopo la visione. Tengo anche a sottolineare la citazione a Ritorno al futuro quando Martha, mentre mostra le foto di Bob Dylan e Woodstock al suo ragazzo, gli dice: i nostri figli li adoreranno!

Se siete a Locarno lo potete recuperare sabato 6 alle 14.30 e domenica 7 alle 21.30.

Voto: 4/5

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