Il cinema è imprevedibile: nel 2022 sono usciti i blockbuster più proficui della storia del cinema, ma anche quelli con una perdita incredibile, per non parlare di tutti i film di nicchia che hanno fatto un successo strepitoso. Insomma, mai come oggi non si sa mai cosa aspettarsi quando si entra in sala, sarà la solita solfa con niente di nuovo? Avrà fatto successo solo grazie al marketing aggressivo sui social? O è un film veramente valido?
Entrando in sala per vedere M3GAN le mie aspettative erano meno di zero. È il solito film horror impacchettato di jump scares, trama banale ed ecco tutto (insomma, come Smile). Mi sono sbagliato? Eccome se mi sono sbagliato! Intendiamoci, non è il capolavoro del secolo, la trama non è così originale, gli attori non sono incredibili e il finale è ridicolo, ma ha molto di più di quel che ci si aspetta.
Gemma è la programmatrice di punta della multinazionale di giocatticoli Funki, pronta ad uscire con il suo nuovo prototipo, Megan appunto. Per testarla, le fa conoscere Cady, sua nipote, che ha appena perso i genitori in un incidente stradale. Cady è entusiasta del suo nuovo giocattolo iper tecnologico, ma Megan si vede molto di più di un semplice soprammobile…
Mi aspettavo una copia sputata di Chucky e, nonostante il concetto di “bambola assassina” ci sia lo stesso, i due sono molto diversi. Niente a che fare con spiriti e anime, M3GAN è un intelligenza artificiale che, più passa tempo con il suo utilizzatore primario, più impara e più la protegge. So cosa stante pensando, questo film potrebbe tranquillamente essere un episodio qualsiasi di Black Mirror, niente di nuovo. Assolutamente, avete pienamente ragione, la qualità non è così lontana da Black Mirror. Per un horror del genere non ci si aspetta una trama elaborata, e nemmeno una vera spiegazione del perché il cattivo compie azioni cattive, eppure M3GAN passa molto tempo a raccontare non solo la nascita della bambola, ma anche la situazione sia economica che sociale in cui sta nascendo. Lo spettatore vede chiaramente perché Megan è stata creata e nulla è tirato fuori dal caso solo per avere una bambola omicida nella trama, la storia ha un senso, ed è anche molto interessante.
La cosa che più mi ha colpito è come Megan viene sfruttata. Mi spiego: non è soltanto lì per impazzire ed uccidere tutti, bensì fa uscire ben più di qualche riflessione. Iniziando dalle basi, la trama si concentra molto sull’Intelligenza Artificiale e le sue possibili evoluzioni, fin qui nulla di nuovo, potrebbe essere un Terminator qualsiasi. Finché si sviluppa e si riflette sul concetto di giocattolo: qual’è il vero scopo di Megan? Giocare coi bambini? Aiutare i genitori? Più Megan passa tempo con Cady, più il loro legame diventa forte (non dimentichiamo che i genitori di Cady sono appena morti, e la zia Gemma è molto distante per via del lavoro). La bambina non vuole fare altro che passare del tempo con la sua bambola iper-tecnologica, invece di stare con persone della sua età o addirittura parlare con la sua tutrice. Le critiche sono abbastanza ovvie, c’è un fondo di verità in tutto quello che il film espone, e la domanda che hai in testa alla fine sarà: qual’è la differenza tra una Megan e un iPad? Si ok, l’iPad non ammazza nessuno, ma avete capito il concetto.
È molto interessante anche il personaggio di Gemma, la zia e tutrice di Cady. Lei è la fiera creatrice di Megan, pronta a fare dei gran soldi grazie al giocattolo che porterà tutti gli altri giocattoli alla discarica. Dopo la morte della sorella, le viene chiesto di prendere in mano la vita di Cady, nonostante non sia per nulla adatta ad un lavoro così grande e difficile. Per tutta la sua vita ha messo come priorità assoluta il lavoro, l’arrivo della nipotina orfana le obbliga a dover rivedere ogni sua abitudine. Inizialmente la relazione tra le due è molto molto distanze, poi Gemma si rende conto di poter usare Cady per creare dei giocattoli migliori, e da lì finisce il primo prototipo di Megan. Nonostante Cady ci provi sempre ad avere un minimo contatto con la zia, lei vede la relazione in modo completamente differente e, ancora una volta, legato al lavoro, l’unica cosa che Gemma conosce. Solo alla fine (per ovvi motivi) le due si avvicinano definitivamente.
M3GAN è un horror? No, assolutamente. È piuttosto un film fantascientifico, con qualche risata qua e là e un finale proprio brutto. Eh si, come spesso accade, gli ultimi minuti di questo film hanno proprio rovinato tutta la magia che è stata creata in precedenza. Me lo aspettavo? Certo. Sono comunque deluso? Purtroppo si. In ogni caso, M3GAN è un film che mi ha estremamente sorpreso, e mi dà qualche speranza per il genere horror, che io amo tanto e da anni viene sempre più maltrattato. Ci vediamo tra qualche anno, quando M3GAN 2 uscirà e diventerà il film con più incassi della storia del cinema.