Drive My Car (Doraibu mai kā)

Ero a Cannes, era Luglio e c’erano tantissimi film da vedere. Ariele era carico per questo film tratto dal libro dallo stesso titolo di Murakami, io non tanto. Entrai comunque alla proiezione, sapendo che se non mi avesse convinto, sarei potuto uscire dopo un’ora e andare a vedere “Flag Day” di Sean Penn.

Dopo i primi 45 minuti ho salutato Ariele e sono uscito dalla sala… 8 mesi dopo quella prima proiezione ho ripreso il film e sono arrivato fino alla fine, il mio parere sul film però non è cambiato, sarà forse il ritmo del film, la tipologia o la mia poca comprensione del giapponese, però il film mi è sembrato durasse mezza giornata.

Allora ho deciso, che non farò la recensione di tutto il film, ma farò finta che duri sono 45 minuti, i primi 45, un bel medio-metraggio giapponese.

Il film inizia con una donna che “recita” un dialogo apparentemente di un romanzo, il marito, che è nel letto con lei le risponde, la lettura del romanzo va avanti e seguiamo i due personaggi fare avanti e indietro dall’aeroporto, prima lei, poi lui, ma la seconda volta lui non decolla e torna a casa. Girata la chiave sentiamo dei gemiti, alcuni vestiti per terra, un assolo di pianoforte di Mozart e la moglie sul divano avvinghiata ad un altro uomo. Il marito esce di soppiatto di casa.

Nei giorni successivi il marito fa finta di niente, ci aspettiamo che ad un certo punto le dica qualcosa… e invece niente…

Pensiamo ci sia crisi nella coppia, che i due non vadano più d’accordo, e invece no, la sera successiva passano una notte passionale, in cui la moglie, durante l’atto, continua a raccontare la storia di una ragazza che, ossessionata da un ragazzo, si intrufola in camera sua e nasconde ogni volta qualcosa nei suoi cassetti.

Il processo di scrittura delle storie della moglie, verrà descritto molto piu avanti nel film dal marito cosi:

“Alla fine divenne un’abitudine. Il sesso è le sue storie erano strettamente collegate, anche se sembrava non esserci un nesso. Alcune volte, cominciava una storia (la moglie) quando era al culmine del piacere, e la portava avanti, era questo il suo modo di scrivere”

Beh che dire, dopo questa introduzione, una normalissima sera il marito torna a casa e trova la moglie sul divano, morta.

Da qui inizia il film, ma i primi 45 minuti sono finiti e quindi vi toccherà guardavi le altre 2 ore e 10 di film rimanenti per scoprire cosa succede…

Buona visione e buona fortuna!

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Uncharted

Dopo tantissimi tentativi di portare il mondo dei videogiochi al cinema, Sony Pictures ci riprova con una delle saghe videoludiche più famose, giocabile su PlayStation. Uncharted, il gioco, può essere descritto come un moderno Indiana Jones, dove bisogna indagare misteri vecchi di centinaia di anni nei panni del ladro Nathan “Nate” Drake. Con lui, conosciamo anche tantissimi altri personaggi nel corso dei 4 giochi: il complice e mentore Victor “Sully” Sullivan, la cacciatrice Chloe Frazer e la reporter Elena Fisher. In passato, ero un grandissimo fan della saga, avendo giocato a tutti e 4 i titoli, ma ormai è passato un bel po’ di tempo e i ricordi sono abbastanza sfocati. Devo quindi ringraziare due Hatefan d’eccezione, Nicola e Arianna, che quando si parla di Uncharted sono due esperti, e che mi hanno aiutato con questa recensione. Ma basta parlare dei videogiochi, siamo qui per parlare del film.

Il film vede un Nathan Drake (Tom Holland) più giovane di quanto siamo abituati nella sua prima avventura con Sully (Mark Wahlberg). Dopo essere stato abbandonato dal fratello, Nathan conosce Victor Sullivan che gli propone un colpo leggendario: trovare l’oro nascosto dalla ciurma di Magellano durante la circumnavigazione del mondo. Ovviamente i due non sono gli unici sulle tracce dell’oro, anche l’eccentrico ricco Santiago Moncada (Antonio Banderas) vuole metterci le mani, pretendendolo come eredità di famiglia.

Tagliamo corto: il film è pessimo. Io veramente non capisco perché continuano a fare film basati su videogiochi quando non ce n’è nemmeno uno mediocre, fanno tutti schifo. Tralasciamo la scelta di Tom Holland che, tutto sommato, ci sta, non è malissimo come Drake, ma è una scelta basata sull’incasso sicuro di averlo nel film piuttosto che avere un attore veramente preso per la parte. Nel resto, non so cosa dire di positivo. Il film è un macello di cose, non c’è nessun mistero da svelare, gli indizi sono tutti già detti a casaccio e devono soltanto leggerli in ordine cronologico (visto che hanno già un libro con gli appunti di Magellano!) invece di leggerli a cazzo. Vorrei anche mandare un saluto ad Antonio Banderas che porello probabilmente ha problemi ad arrivare alla fine del mese per scegliere questa parte veramente insulsa. Penso sia il cattivo più inutile della storia del cinema: si vede per più o meno 15 minuti (su 2 ore) e SPOILER viene tradito e ucciso, e basta il cattivo diventa un’altra. Il film dà il massimo di sé nelle scene d’azione, che sono uguali a qualsiasi altro film d’azione mediocre recente, nulla di nuovo, tutto già visto. Lasciamo anche perdere la scena finale del film, che già si vede nel trailer, dove due barconi vengono presi con degli elicotteri e la gente si mena saltando da un barcone all’altro in volo. Ovviamente non è che mi aspetto un film realistico dove Drake prende un pugno e rimane in ospedale per una settimana, ma qui siamo veramente ad un livello dove guardi lo schermo e ti chiedi solamente “Ah ok vediamo fin dove arriva sta merda”, con zero interesse. Un problema abbastanza grande è anche l’assenza di dimensione dei personaggi. All’inizio Sully e Chloe vengono letteralmente presentati con una frase, e basta, non si sa niente di più sui personaggi.

Tutto questo senza fare nessun legame con il videogioco, perché, miei cari, è proprio questa la parte dolente. Uncharted – Il Film non ha niente a che fare con Uncharted – Il Videogioco. Pubblicizzato come prequel di tutti i giochi, quindi ancora prima di Uncharted 1, sei già confuso nei primi minuti, visto che è ambientato attorno al 2020, quando Uncharted 1 è uscito nel lontano 2007. Momento topico del film è l’incontro tra Nate e Sully che, indovinate un po’, noi già vediamo in Uncharted 3, ed è completamente diverso da quello che si vede nel film. Più che un prequel sembra un universo parallelo dove fanno le cose a caso. Il personaggio di Sully in sé è completamente sbagliato rispetto all’originale: nel film è quasi più coglione lui di Nate, quando invece è sempre stato il cervello delle loro avventure, e mentore di Drake. Un’altra parte fondamentale nei giochi è la presenza e la minaccia del villain, che qui è quasi un pagliaccio. Il cattivo di Banderas si fa sostituire da un’altra la cui minaccia è quella di chiamare scagnozzi e basta. Non c’è nessuna sfida, solo inseguimenti e botte finché il tutto finisce miseramente. Inoltre il film sembra una raccolta di scene già viste nei videogiochi, come quella di Uncharted 3 di Drake che cade dall’aereo in volo, uguale identica a come si vede nel film. Quindi a sto ragazzo è successo due volte nella vita di cadere da un aereo in volo senza paracadute? In due modi identici? Vabbè.

In generale, non capisco l’utilità di dire che il film è legato ai videogiochi quando i due non hanno nessun legame. Bastava dire che sarebbe stato un film nuovo, stand-alone, o una rivisitazione dei videogiochi, e basta, finiva lì, rimaneva un film brutto ma senza alcun legame con le storie raccontate nei videogiochi.

Una delusione dietro l’altra, ma la più grande arriva nei titoli di coda, quando scopro che la colonna sonora è stata fatta da Ramin Djawadi. Quest’uomo si sta facendo conoscere come un grandissimo compositore (c’è lui dietro a Game of Thrones e a Westworld!), ma questo penso sia il primo film in vita mia dove ho odiato profondamente la colonna sonora. Ovunque c’erano canzoni che stonavano con le scene, ma soprattutto, il videogioco ha una colonna sonora stupenda che viene usata letteralmente due volte e sbolognata nei titoli di coda. Veramente un imbarazzo.

Un altro tentativo è stato fatto, un altro fallimento si aggiunge alla lista. Vi prego, lasciate i videogiochi dove sono e non toccateli. Ora godetevi una delle colonne sonore più famose della storia dei videogiochi e non andate per nessun motivo a vedere Uncharted al cinema.

P.S. Siete fan di Uncharted e volete vedere qualcosa di veramente fanno bene? Allora godetevi questo cortometraggio fan made con Nathan Fillion nei panni di Drake. Ecco, è questo che c’era bisogno sul grande schermo.

The Batman

L’uomo pipistrello è tornato al cinema con una nuova versione di Matt Reeves (regista del primo Cloverfield e di qualche film del Pianeta delle Scimmie). Un Bruce Wayne, più giovane di quanto siamo abituati, è ancora tormentato dalla morte dei genitori e affamato di vendetta. Lo seguiamo nella sua prima collaborazione con la polizia di Gotham City, in particolare, con il Commissario Jim Gordon (Jeffrey Wright) mentre seguono le tracce del misterioso Enigmista (Paul Dano) che terrorizza la città prendendo come vittime le personalità più conosciute di Gotham. In tutto il bordello conosciamo anche altri personaggi che animano la città, tra cui Catwoman (anche se non viene mai chiamata così, interpretata da Zoe Kravitz) e il Pinguino (Colin Farrell).

Avete in mente quando volete che un film vi piaccia? Ecco, io sono entrato così in sala, anche con le aspettative molto alte, avendo aspettato a lungo questo film dopo tutte le volte che lo hanno spostato per via del covid. Ma niente da fare, non sono uscito soddisfatto. Ci sono molte cose che non convincono, anche se in fondo il film intrattiene abbastanza bene. Vi dico che comincio senza spoiler ma alla fine ne farò qualcuno.

Cominciamo dall’inizio. I primi 15 minuti sono tutti per l’introduzione di Batman, o Mr Vengeance come viene chiamato molto spesso, e sono 15 minuti veramente fighi. Il film non è un origin story. Noi arriviamo già in una Gotham paurosa e governata dal caos e dalla criminalità. In questo inizio ci viene mostrato come il tutto viene gestito attraverso la paura che Batman potrebbe apparire nel buio da un momento all’altro. Un introduzione veramente da brividi e ben fatta. Non solo rende l’idea dell’ambientazione ma anche con che tipo di anti eroe abbiamo a che fare.

Ecco, per quanto riguarda l’introduzione (e l’interpretazione) di Bruce Wayne, è esattamente l’opposto. Il personaggio è inesistente. Le poche volte che Robert Pattinson interpreta Bruce Wayne sembra soltanto un ragazzino emo di metà 2005, con tanto di frangia unta che copre gli occhi. Inoltre, Bruce Wayne non parla mai, Batman invece è un chiacchierone. Il personaggio ha zero carisma e annega in quello che vuole fare sembrare sia il “tormento per la perdita dei genitori”. O almeno così sembra visto che, come detto prima, non è un origin story, quindi non si sa con esattezza da cos’è tormentato sto porello. In poche parole, in questo film Bruce Wayne è l’alter ego di Batman, non viceversa.

Di per sé, è un cinecomic molto diverso rispetto a quelli a cui siamo abituati. Per molti versi è piuttosto un film crime con qualche personaggio stravagante. Ci sono alcune scene che sembrano tirate fuori da un fumetto, altre che sono puramente poliziesche. L’ambientazione è chiara, dark e depressa, mentre il genere è un po’ un mix di tante cose che restano lì, cercando di diventare omogenee.

Ma parliamo un po’ di tutti questi “personaggi stravaganti”. In questa prima parte non dirò molto, dirò più in dettaglio tra qualche paragrafo. Mi limito a dire che non sempre più siamo, più ci divertiamo. Alcuni personaggi sono proprio fini a sé stessi e, con o senza, il film esisterebbe lo stesso, e come ben sappiamo è un gran peccato visto che i personaggi di Batman sono sempre dei grandissimi personaggi. Per quanto riguarda il villain del film, cioè l’enigmista, non è malaccio, anche se abbastanza assente in quanto si seguono i suoi indizi piuttosto che cercare la persona. In un momento del film ci si dimentica pure che c’è sto enigmista perché Batman e Gordon sono troppo presi dal seguire sti indovinelli, ma vabbè.

Direi che la recensione non spoiler finisce qui. Tutto sommato il film intrattiene, anche la colonna sonora non è male. Ma ci sono molte scene che lasciano veramente confusi e forse, invece che basarsi sulla quantità (sia di personaggi che di durata) era meglio concentrarsi sulla qualità. Se volete continuare sappiate che non da qui in avanti non c’è nessuna pietà.

Perché Catwoman? A cosa serve? E soprattutto, come può essere considerata, quella roba tra lei e Batman, una “storia d’amore”? Terribile. Alla fine, quando lei se ne va da Gotham e vanno via insieme in moto (scena terribile) finché lui la vede allontanarsi dallo specchietto, non ho sentito nessunissima emozione. Non c’è chimica tra i due personaggi e mi sa nemmeno tra i due attori. Non so dirvi se Robert Pattinson sia stata la scelta giusta per interpretare Batman. Come detto prima, in realtà, come Batman regge, ma come Bruce Wayne… Lasciamo perdere. Il personaggio inutile che non potevo nominare prima è il Pinguino. Sono tutti solo contorni che parlano con Batman, e alla fine lui scopre le cose da solo anche senza il loro aiuto, il che li rende completamente inutili.

Anche la struttura del film all’inizio non mi convinceva, sembra veramente di star guardando un videogioco. Cercano indizi, cutscene di personaggi che parlano, nuovo luogo dove cercare indizi, cutscene di personaggi che parlano, e così via. Sembra quasi non ci sia un legame tra una scena e l’altra.

Parlando di scene che lasciano confusi, oltre a quella pessima di Batman e Catwoman che vanno via in moto, ve ne cito altre due:

  1. Catwoman che vuole sparare a John Turturro e Batman che all’ultimo le tira via la pistola di dietro in un abbraccio forzato. Ci sono più o meno 20 o 30 secondi dove loro due “lottano” ma in modo molto finto che appunto, lascia veramente confusi.
  2. Alla fine, Batman si butta nell’acqua tagliando un cavo dell’alta tensione, ma perché? Non aveva nessun motivo per farlo. E la musica era pure drammatica come se stesse per morire, ma no, torna subito a galla. Boh.
  3. Bonus. Batman è KO durante una lotta. Dal nulla tira fuori dalla tasca una siringa con del liquido verde che si inietta nella gamba. È preso da una furia di botte, picchia tutti a sangue e né Gordon né Catwoman dicono niente. E basta, la scena è finita. Io non capisco.

Io volevo veramente che sto Batman mi piacesse, ma sono uscito dalla sala veramente confuso da quello che ho visto. Non capisco alcune scelte e alcune scene. Di per sé, non ero nemmeno gasato mentre vedevo il film, andavo avanti trascinato dalla trama e basta. Tra l’altro, Batman alla fine fa pure un cambiamento radicale a caso, tanto per finire il film in positivo senza nessun motivo, eh vabbè.

Alla fine, ovviamente, piccola scena con quello che dovrebbe essere il futuro nuovo Joker, quindi è probabile che Battinson lo rivedremo al cinema tra qualche anno. Sperando che mi sarò fatto un idea diversa, attendo con ansia il ritorno di Mr Vengeance.