“Se dovessi raccontarlo, se davvero lo facessi, da dove dovrei iniziare? Mi chiedo … dovrei dirvi quando è successo? A quanto pare è successo molto tempo fa, negli ultimi giorni di regno di un nobile principe. O dovrei dirvi dove è successo? Una piccola città vicino alla costa, ma lontana da tutto il resto. Oppure non lo so … dovrei parlarvi di lei? La principessa senza voce. O forse dovrei solo avvisarvi della veridicità di questi eventi. Una storia di amore e di perdita, e di un mostro che cercò di distruggere tutto.”
dal film
Sono queste le fiabesche parole che aprono il nuovo film del regista visionario Guillermo Del Toro. Candidato all’Oscar con ben tredici nomination, il film inizia la sua popolarità dalla Mostra Internazionale del Cinema di Venezia vincendo il Leone d’Oro come miglior film in concorso.
La storia sulla carta sembra quasi ridicola, troppo fantasiosa e surreale, ma già dalle prime inquadrature dobbiamo ricrederci.
La fluidità di camera nei movimenti di ripresa ci fa muovere sinuosamente tra la routine di Elisa e la ridicola immagine di una donna delle pulizie muta che si innamora di un mostro dell’acqua sparisce in fretta.
La creatura con cui Elisa riesce a parlare, con cui riesce a esprimersi e a essere felice, è prigioniera delle catene dello stabile per cui lei lavora. Sarà quindi proprio questa “semplice” e innocua donna delle pulizie a far evadere il mostro dell’acqua. Con l’aiuto di un suo grande amico e della collega Zelda, lo accoglie nella sua modesta ma ben arredata casa, proprio sopra a un cinema classico dell’epoca. Questo furto non passerà inosservato: i “proprietari” della creatura inizieranno a cercarla con cattiveria pur di riaverla.
Un magico salto silenzioso nel muto mondo di una normalissima, o quasi, donna delle pulizie, che si trova confrontata con un grande amore un po’ particolare. Un incontro casuale che muterà in un grande amore passionale, fatto di nuove scoperte e toccanti sguardi silenziosi.
Del Toro si butta in un racconto rischioso e facilmente incomprensibile e banale, ma come ci dice in un’intervista: “failure and success live next door to each other, and they have no number at the door. You just knock and you hope is the right door” (Guillermo del Toro on The Shape of Water su Jimmy Kimmel Live).
Beh, direi che il suo tentativo di successo è andato a buon fine, il racconto fonde una storia d’amore con la dovuta d’ose di azione e magia.
Uno dei pochi film candidati all’Oscar che davvero se lo merita.