Manchester by the sea

Dopo un tragico evento che gli ha distrutto la famiglia, Lee si trasferisce da Manchester tagliando ogni contatto con suo fratello, suo nipote, la sua ex moglie e tutti i suoi vecchi amici. Suo fratello però ha una malattia cardiaca e purtroppo, dopo un improvviso peggioramento, muore. Lee torna a Manchester per prendersi cura di Patrick, suo nipote. Scopre però che il fratello aveva altri piani: nel testamento gli ha affidato la cura di Patrick, confidando nel suo ritorno permanente in città. Lee si trova combattuto tra il senso del dovere nei confronti del nipote e la sofferenza che i ricordi del suo passato gli provocano.

Il film mi è piaciuto molto, anche per via del modo particolare in cui è strutturato: la trama non è lineare, continua a passare da presente a passato mostrando ciò che è successo a Lee e permettendo di capire come mai è un personaggio così passivo e asociale. Grazie ai flashback si scopre perché Lee non è benvoluto da alcune persone in città e perché non ha intenzione di rimanerci. In questo modo la tensione non cala mai, nonostante il film vada avanti con una certa lentezza. Ci sono sempre cose nuove da “scoprire” e da capire, grazie a un nuovo ricordo che viene mostrato. In questo modo si può ricostruire mentalmente tutto ciò che è accaduto, ed è probabilmente per questo motivo che si è aggiudicato l’Oscar come miglior sceneggiatura originale. Il personaggio principale è introdotto attraverso due momenti completamente diversi: lo vediamo felice che pesca con il fratello e il nipote e, un attimo dopo, lo vediamo da solo in un monolocale che passa la giornata davanti al televisore con una birra in mano. Inizialmente, grazie ai flashback, lo spettatore si crea un’idea di come sia Lee e già dall’inizio del film nasce spontaneo chiedersi cosa possa avergli provocato un cambiamento così radicale. Lo stesso vale per il rapporto tra Lee e Patrick: nelle scene del passato loro sono molto legati e si divertono insieme, ci aspettiamo quindi che, nonostante sia passato molto tempo, il rapporto tra i due non sia cambiato, eppure nel presente non riescono ad andare d’accordo.

Lee è interpretato da Casey Affleck, che si è aggiudicato l’Oscar come miglior attore grazie alla sua performance. Infatti, nonostante il personaggio di Lee sia praticamente inespressivo e abbia difficoltà a comunicare, Affleck ha fatto un ottimo lavoro di immedesimazione nel suo personaggio, trasmettendo tutte le sensazioni che prova Lee tornando a Manchester. Il film punta molto sulla sua interpretazione siccome è tutto legato a come lui è stato cambiato dal suo passato.

Nonostante presenti una storia molto triste per tutta la sua durata, il film riesce alla fine a ridare una speranza: Lee e Patrick ritrovano la felicità che li legava come molto tempo prima e una sorta di “accordo” in modo che le loro vite non vengano sconvolte completamente dopo la morte del fratello di Lee. Si capisce inoltre come un momento che può sembrare insignificante, come quello che è successo a Lee prima di trasferirsi da Manchester, invece ci potrebbe cambiare completamente la vita.

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